In quel periodo, se non erro, fu eletto Presidente Rinaldo D’Alessandro. Si unirono, intanto, al nostro sodalizio alcuni dipendenti Anas, quali l’Ing. Antonio Capalbo (simpatico, trasognato nell’aspetto e col perenne vizio di arrotarsi un ciuffo di capelli durante le “ponzate” più impegnative), Il Geom. Salvatore Paese (che poi conseguì la I^ sociale), appassionato di scacchi, caccia ed autore di poesie in vernacolo, che talvolta propinava: simpaticissimo, candido, affettuoso con tutti, ne ricordo la convinzione che la superiorità di gioco fosse dovuta solo alla capacità di riprodurre dati, tradotto nel mantra “voi vincete perché sapete le mosse” e nell’insano proposito “adesso imparo tutte le mosse e vi faccio vedere”, dal quale non si riusciva a smuoverlo spiegandogli che neppure il computer era in grado di immagazzinare l’infinito numero delle mosse, poiché… “voi non mi conoscete!” replicava, convinto che ci sarebbe riuscito. Ancora in quel periodo frequentavano il sodalizio Francesco Gallo, Francesco Cesareo, Michele Salituro, Erboso, Leto e Canè (non ne ricordo i nomi), Vincenzo Guzzo, Antonio Chiappetta, Sandro Tripepi, Francesco Rende, Luigi Guccione (tragicamente scomparso, anni addietro, in un sinistro stradale), Carlo Grillo (valente musicista), del quale mi è stato narrato un aneddoto, sintomatico di come diverso sia l’approccio agli scacchi di ciascuno. Com’è noto, vige la regola “pezzo toccato, pezzo mosso”, per cui, se si intende solo sistemare un pezzo e non già muoverlo, occorre prevenirne l’avversario con la parola “acconcio”. Durante un torneo sociale, Grillo, che aveva toccato un pezzo senza avvisare di sistemarlo, azzardò – ad Elio Bruno che si era appellato all’arbitro – “siamo amici, tra amici…”, ma fu fulminato, in risposta, con (non riferibile) frase pepatissima, dal significato “quali amici e amici, sulla scacchiera non ci sono amici…”, ed obbligato a muovere il pezzo; Elio, che ha un senso rigoroso della regola, ancora recentemente lamentava che, in un torneo giocato a Roma, l’Arbitro, da lui richiesto, non fosse analogamente intervenuto. In via Colletta ricordo, dulcis in fundo, l’approdo di uno studente Unical, Luigi Forlano, ben presto dimostratosi, com’è tutt’ora, giocatore solidissimo, quant’altri mai ostico da affrontare (divenuto poi Candidato Maestro, titolare anche di punteggio Elo FIDE, acquisito nei tornei internazionali cui ha partecipato, in Italia ed anche all’estero), nonché campione nel gioco della dama.
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V trasferimento, ritorno al Cral INPS in Piazza Loreto
Verso il 1988, la sopravvenuta indisponibilità del Cral Anas ad ospitarci, ripropose il problema della sede, che fu risolto persuadendo, laboriosamente, il Cral Inps a riaccoglierci nei già descritti locali di P.zza Loreto. In quel periodo si univano al gruppo: Graziano Piro, purtroppo scomparso anni addietro prematuramente, brillante ingegnere napoletano ed affettuoso amico (il quale, dopo essersi presentato, diffondendosi su teorie di apertura, varianti e sotto-varianti, persa sulla scacchiera una lunga serie di partite, finì per concludere, coloritamente: “pè giocà ccù tè m’aggio à mettere e’ mutanne e’ fierro!”), Pierluigi Molinari, Antonio Scanni, Luciano Cannataro e Francesco De Marco (gli ultimi tre poi pervenuti alla I Cat. Naz.le), Fazio e Gentile (non ne ricordo i nomi), Walter Nudo (poi pervenuto alla II Cat. Naz.le), Vitelli, Frontera, Vasta, Roperto e Briguori (di questi 5 non ricordo i nomi), Renato Cariati, caro e buon amico, scomparso giovanissimo, Michele Valva, Diego Segreto, Francesco Scandiffio, Giuseppe Paletta (poi giunto alla II Categoria Nazionale), caro amico, nativo di Savelli che faceva talora capo, per una partita o qualche manifestazione, al nostro sodalizio, Alessandro Marcelli (di recente tragicamente scomparso), Luigi Buffone, Dario Chiappetta, indimenticabile, carissimo amico, di recente scomparso, ed ottimo giocatore, Francesco De Donato, Gianni Coristo, Giuseppe Pierro (tutti e quattro approdati alla 1^ Categoria Nazionale), sporadicamente anche il fratello di Francesco De Donato, Roberto De Donato (attuale Presidente dell’Associazione) Pasquale Grande, fortissimo giocatore, nativo di Savelli (poi divenuto Candidato Maestro), l’Ing. Angelo Severino (Direttore Enel di Cosenza), che si divideva tra l’amore per gli scacchi ed il bridge, Vincenzo Marrella, Giovanni Potente, Brunello Mendicino, Elio Bruno e Lucio Alo’ (questi ultimi entrambi poi approdati alla 2^ Categoria Nazionale).
A Lucio Alò (Bibliotecario all’Unical, proverbiale per la bontà e disponibilità profusa in ogni modo per gli studenti anche nel mettere loro a disposizione la “rete”, che aveva promosso, tra varie biblioteche, cultore del dialetto calabrese ed autore di commedie in vernacolo che ebbe a mettere ripetutamente in scena) non si può fare a meno di dedicare qualche riga, per il suo ruolo, fondamentale, di stimolo e propulsione nella vita successiva del sodalizio e nell’insegnamento del gioco ai più giovani, specie nei periodi più bui, di mancanza di una sede; Lucio (collaborato da Elio Bruno e da Brunello Mendicino) si è sempre speso in ogni modo, giocando anche con i più giovani tra i neofiti ed insegnando dovunque, persino nei bar cittadini, quale il Rox, allestendo un padiglione nella festa dei giochi indetta dal Comune alla “Città dei ragazzi”, supportando la realizzazione di due tornei presso il Liceo Scientifico, di uno presso le maisonette dell’Unical, di un corso di lezioni tenute da Francesco De Marco al Liceo Classico, aiutando Walter Nudo a far nascere un primo circolo a Pedace, nonché il circolo di San Fili. Da componente del Direttivo del circolo Unical collaborò nel far partecipare – col supporto economico dell’Ateneo – alcuni giovani studenti alle “Universiadi”. Qualche volta ebbe a frequentare l’Associazione il Prof. Folger mac Fadden (Docente dell’Unical),appassionato cultore e diffusore del gioco, col quale i nostri contatti continuarono anche quando gli riuscì di far nascere, assieme a Lucio Alò ed a Luigi Forlano, un elegante e confortevole circolo scacchistico Unical al “Blocco 10” dell’Ateneo. Di Folger, come con grande semplicità vuol essere chiamato, è sempre stato proverbiale il rigore nell’approccio al gioco e nel contegno durante le partite, che lo portava continuamente ad ammonire di far assoluto silenzio nella sala di gioco – e, se del caso, a zittire anche il minimo brusìo – sempre e non soltanto durante lo svolgimento dei tornei; le nostre abitudini, invece, erano sì rigorose, ma soltanto negli incontri “seri” (di torneo, o match), mentre nelle partite amichevoli era, pressoché da tutti, quasi sempre tollerata una parola in sala, o magari un commento, e persino il classico “sfottò”, ben nota esca della rivalità che – apparentemente sopita – è sempre insita tra gli scacchisti e costituisce il più potente stimolo a migliorarsi.
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Successivi brevi passaggi da una sede provvisoria all’altra
Venuta meno la disponibilità dell’Inps, l’esigenza di rimanere – se possibile – nei pressi della precedente sede, ci portò ad approdare, alla parte opposta della piazza, nei locali della Parrocchia di Loreto, dove rimanemmo per circa due/tre anni; la sistemazione era certamente meno confortevole, rispetto alle precedenti, poiché ci fu concessa un’unica stanza, non grandissima, e si dovette a lungo insistere per ottenere l’autonomia di una chiave di ingresso. La modestia della sistemazione era – peraltro – poco avvertita, dal momento che quel periodo coincise con un deciso calo di frequentatori abituali, mentre per lo svolgimento di tornei e manifestazioni si risolse cercandone all’esterno, volta per volta, la più opportuna allocazione.
Abbandonata piazza Loreto, l’Associazione ebbe a peregrinare ulteriormente, accolta, per brevi periodi, in altri luoghi della Città. I ricordi di tali, successivi, spostamenti sono piuttosto evanescenti; credo che ciò sia dovuto al fatto che la mia partecipazione all’attività sociale si era assai ridotta – a causa degli accresciuti impegni familiari e lavorativi – tant’è che, relativamente a tale periodo, la mia raccolta di partite “ufficiali” si assottiglia radicalmente, ed altro non contiene, se non incontri a squadra, relativi alla “Coppa Italia”, che avemmo a disputare, più che onorevolmente, per 3/4 anni, od a qualche sfida tra circoli. La ricostruzione che posso proporre è quindi limitata ad una scarna elencazione delle diverse sistemazioni che ci riuscì di “arrangiare” nel tempo, mercé l’iniziativa di questo o quel socio.
Devo piuttosto sottolineare – a caratteri cubitali – che nella nostra città mai alcuna Amministrazione pubblica, comunale o provinciale, si è fatta carico di offrire al gioco che ci appassiona una dignitosa sede stabile, il che equivale all’aver misconosciuto, o comunque sottovalutato, il valore culturale, sociale ed educativo del gioco degli scacchi, ad onta del conseguito riconoscimento come disciplina sportiva, da parte del CONI, e del suo stabile inserimento, in altri contesti, tra le materie scolastiche.
Terminata l’esperienza “parrocchiale”, trovammo ospitalità per circa un anno nei locali della V Circoscrizione del Comune di Cosenza, al pianterreno, angolo viale della Repubblica/via Santoro. La collocazione era per la verità poco soddisfacente, anche per essere gli spazi a ns/ disposizione ridotti ed assai poco presentabili; la frequenza di giocatori fu sporadica e limitatissima, e non ho ricordo di alcuna manifestazione svolta in quei locali. Sistemazione successiva, ma sempre per brevi periodi, fu tentata in via Roma, in una stanza dell’appartamento locato dal circolo filatelico: in questo periodo colloco l’arrivo di altro appassionato, Giancarlo Mirelli. Mi si dice poi che altra sede “temporanea” ebbe a reperire l’Associazione nei locali della Parrocchia di Sant’Aniello, che però non ricordo di aver mai frequentato. Certo è che il periodo successivo, indipendentemente dall’incertezza della sede, fu caratterizzato dall’indisponibilità dei pochi aficionados superstiti a farsi carico di una regolare frequenza, dei pur modesti oneri economici necessari alla vita del sodalizio, e di quelli, annuali, di tesseramento individuale alla FSI ed affiliazione del circolo, indispensabili alla permanenza nel circuito di gioco nazionale: ciò, evidentemente, prescinde dal fatto che, alcuni giocatori di Cosenza, avviati al gioco o comunque maturati nella nostra Associazione, abbiano, tuttavia, continuato a partecipare, a titolo personale, a tornei anche in ambito nazionale, tesserandosi individualmente alla FSI. In quel periodo di crisi, sporadiche partite e perfino tornei per pochi partecipanti furono organizzati a casa ed anche nello Studio di qualche giocatore: palese, quanto mortificante, presa d’atto dell’essersi, a quel punto, arenata, nella pubblica indifferenza, una valida e pluriennale esperienza associativa.
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La ricostituzione dell’Associazione
Con encomiabile tenacia, qualche anno appresso, il 18.01.2006, Carlo Bellisario (in seguito IV Presidente dell’Associazione) ebbe a farsi promotore, dopo aver contattato uno per uno i possibili interessati (nove tra i giocatori citati in precedenza, nonché Paolo Morretta) della “ricostituzione” del sodalizio, denominandolo “Associazione Scacchistica Dilettantistica G.Greco – Cosenza”, con sede individuata presso il Circolo Tennis di via degli Stadi, ove rimase per l’anno 2006; l’anno appresso, in attesa di reperire una sistemazione più stabile, la sede fu spostata in via Santoro 2, presso lo Studio di Carlo Bellisario. Dal 2006 si riprese ad affiliare l’Associazione alla Federazione Scacchistica Italiana ed un potente incentivo a ciò fu costituito dalla volontà di partecipare al torneo nazionale a squadre “Coppa Italia”, rinverdendo la gloriosa tradizione che ci aveva visto, nel decennio 1985/1995, cogliere brillanti successi in danno di circoli ben più noti, frequentati e prestigiosi (quali Napoli, Potenza, Siracusa). Tale partecipazione avvenne, nel 2006, con due squadre nel girone di Promozione, la prima delle quali, per gli ottimi risultati ottenuti, l’anno successivo ebbe a disputare la serie “B”.
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Trasferimento in Castrolibero, via Papa Giovanni XXIII
Perdurando l’impossibilità di trovar collocazione a Cosenza, nel 2008 riuscì a Carlo Bellisario di ottenere accoglienza dal Comune di Castrolibero, in via Papa Giovanni XXIII, Sala delle Conferenze, locale ampio, confortevole e bene illuminato, se pur al pianterreno, in un complesso nel quale erano ospitate anche altre Associazioni; la capienza ed il buon decoro del locale erano ideali anche per ospitare manifestazioni di più ampio respiro, come in effetti avvenne. La possibilità di utilizzo della sala era di 2/3 giorni a settimana, ma senza limiti di orario (ci era stata affidata copia della chiave di ingresso), del che eravamo soliti profittare trattenendoci fino a tarda sera. Logisticamente assai meno comoda delle precedenti – era necessario disporre di un mezzo per raggiungerla da Cosenza – la nuova sede, ove rimanemmo per tre anni, coincise, però, con un rinnovato afflusso di scacchisti ed in particolare di giovanissimi ed assai dotati neofiti, ben presto trasformatisi in brillanti giocatori, quali Pietro Grandinetti (giunto “in un baleno” a Candidato Maestro, titolare di elevato punteggio ELO FIDE per i tornei nazionali ed internazionali disputati: senza dubbio uno dei giovani più dotati ad aver fatto parte dell’Associazione, dai tempi di Raul Rugiero), Vincenzo Costabile e Simone Greco (entrambi pervenuti alla I Cat.Naz.le). In quel periodo arrivò anche l’amico Enrico Fittante (poi divenuto II Cat. Naz.le), Francesco Cannataro (figlio dell’amico Luciano, citato in precedenza), Giovanni Ferraro, Luciano Galasso (pervenuto alla II Cat. Naz.le) e Massimo Morrone; ricordo pure in quel periodo qualche visita degli amici del circolo di San Fili Giovanni De Rasis (divenuto I Cat. Naz.le), Simona Sansosti e Gianpaolo Calomeni (entrambi III Cat. Naz.le), Francesca Calomeni. Nell’anno 2009, in quello successivo e nel 2014 fu nominato Presidente Francesco Caputo.
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Sedi “provvisorie” successive al 2010